Notaio Gabriele Gamberale di Isernia: assaltato da un commando armato di pistola lo studio del noto professionista

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Apri la cassaforte o premo il grilletto! Attimi di terrore, quattro malviventi incappucciati, alle mani guanti da chirurgo: un vero e proprio commando a Isernia per derubare il notaio di seconda generazione in via Libero Testa. Qualche signora piangeva sotto la minaccia della pistola, chi pregava di risparmiargli la vita. E il notaio dal sangue freddo si è affacciato alla finestra chiedendo aiuto.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Rapina a mano armata nello studio del notaio Gabriele Gamberale di Isernia. Un vero e proprio commando, 4 individui probabilmente di origine campana, il volto reso irriconoscibile da una calza di nylon, un accento napoletano, o forse rumeno, armati di pistola e coltello, hanno fatto irruzione nello studio del noto professionista, in via Libero Testa ad Isernia. Attimi di terrore, in  particolare tra i clienti presenti al momento in studio, un bottino al di sotto delle aspettative, per fortuna nessun ferito, se non marginalmente. Erano da poco passate le 19.00 e di venerdì sera le segretarie del notaio erano già andate via, lasciando nello studio al terzo piano del palazzo, al civico 27, alcuni clienti. I banditi dovevano conoscere bene le abitudini del notaio, perché hanno aspettato che le segretarie lasciassero la sede per poter agire con maggiore libertà. Il notaio Gabriele, figlio del notaio Giuseppe, entrambi molto conosciuti in Molise, era nella sua stanza con dei clienti; altri attendevano nella saletta all’ingresso: fra questi anche una signora anziana che avrebbe dovuto apporre la sua firma sull’atto che il notaio aveva già preparato in anticipo. Qualcuno leggeva una rivista, un paio di persone discorrevano del più e del  meno, quando il campanello suona all’improvviso. In effetti il notaio non aspettava nessuno, ed era improbabile che qualcuno arrivasse a quell’ora per un consulto urgente. Ma Gabriele Gamberale non ha esitato nemmeno un attimo ed ha aperto immediatamente la porta.

Da quel momento il tempo ha cominciato a scorrere ad un ritmo impressionante: l’irruzione degli individui incappucciati, il coltello brandito con sadica spavalderia, la pistola puntata alla tempia del giovane notaio che occupa lo studio al piano superiore rispetto a quello del padre. Volevano i soldi, tutti i contanti della serata e minacciavano di premere il grilletto se non gli fossero stati consegnati. Hanno strattonato il notaio, lo hanno malmenato facendolo cadere a terra, continuando a tallonarlo perché aprisse la cassaforte. Nella colluttazione il portafogli del professionista è caduto a terra: c’erano circa 1700 euro, arraffati in tutta fretta da uno dei quattro malviventi, mentre gli altri tenevano fermi i  clienti e si facevano consegnare soldi, gioielli, cellulari. Senza pensarci su i delinquenti hanno anche sfilato l’orologio di valore dal polso del notaio, fortunatamente lasciando a terra carte di credito e documenti.

“Vi prego, non mi fate del male, ho due figli che mi aspettano a casa” il grido di disperazione di una signora nel mirino del commando, pronto a fare fuoco sui clienti che si fossero opposti alla rapina.

“Apri la cassaforte!” gridavano intanto alla volta del notaio, che provava inutilmente a spiegare che non c’è alcuna cassaforte in studio, finché è riuscito a rialzarsi e a mostrare all’uomo incappucciato che lo minacciava, il posto destinato alla cassaforte. “Avrei dovuto murarla qui – ha detto con grande sangue freddo indicando una parte della parete – ma in realtà non è stata ancora montata!”.

Devono avergli infine creduto, perché non hanno insistito oltre e sono scappati via, senza lasciare traccia, percorrendo il sottopasso che collega via Libero Testa con la stazione ferroviaria. Il complice che probabilmente li attendeva in strada, proprio davanti alla stazione per non destare sospetti, si è dileguato con i quattro a bordo e il magro bottino: 1700 euro in contanti, un orologio dal valore di diverse migliaia di euro, un assegno di 3000 euro, i soldi e l’oro dei clienti.

E’ durato poco il comprensibile shock, perché il notaio pochi minuti dopo si è affacciato alla finestra chiedendo aiuto ai passanti, invitandoli a chiamare le forze dell’ordine e a fermare la fuga dei malviventi. Sul posto sono sopraggiunti, nel giro di un quarto d’ora, una pattuglia della polizia e una gazzella dei carabinieri. Al lavoro anche la polizia scientifica per rilevare eventuali impronte dei malviventi, che però indossavano guanti da chirurgo, in aggiunta alle calze di nylon sul viso. I posti di blocco, istituiti sulle principali arterie di collegamento viario non hanno portato ad alcun risultato utile. L’indagine, nelle mani della questura di Isernia, non esclude alcuna pista. Giorni addietro era stato lo stesso notaio a notare un paio di individui sospetti nell’androne del palazzo, avvertendo i familiari e chiedendo loro di vigilare

Gli inquirenti hanno ascoltato tutti i condomini per capire se qualcuno avesse visto i quattro uomini prima che indossassero le calzamaglie. Soprattutto si stanno visionando i filmati delle telecamere per capire chi abbia effettuato il relativo sopralluogo nei giorni precedenti la rapina. In serata, i carabinieri hanno raccolto la denuncia del notaio, che ha raccontato con dovizia di particolari la terribile esperienza.