Coronavirus,l’infettivologo Galli: non sarà una cosa breve

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Non sarà cosa breve,nella maggior parte dei casi si guarisce senza lasciare problemi la maggior parte dei malati guariscono senza danni permanenti.

(UMDI-UNMONDODITALIANI) Coronavirus, Massimo Galli, primario infettivologo è colui che guida l’ospedale Sacco di Milano ritiene non sarà cosa breve, è inutile illudersi su questo. In 42 anni non si è mai vista una situazione del genere. Ma in Lombardia ce ne sono tanti e bisogna assolutamente evitare che diventino troppi. La zona rossa non si è estesa alle aree metropolitane e mi auguro che le restrizioni imposte e mantenute contribuiscano a far rimanere così le cose. Analizzando retrospettivamente la curva esponenziale ottenuta “si ottiene – scrivono Marinari e Bucci – che i primi casi gravi dovrebbero essere emersi in una data prossima al 10 febbraio”. “Non è il momento di abbassare la guardia – sintetizza Marinari all’AdnKronos, l’epidemia in corso è ancora nella sua fase iniziale. “Non è il momento di abbassare la guardia – sintetizza Marinari all’AdnKronos Salute e di sospendere le misure di mitigazione. E’ preferibile evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Chi ha cercato di infondere tranquillità, e ne capisco le buone intenzioni, non aveva chiara cognizione di cosa possa causare una malattia come questa. L’infettivologo Massimo Galli ritiene che in quarantadue anni di professione non ha mai visto un’influenza capace di stravolgere l’attività dei reparti di malattie infettive e delle rianimazioni di un’intera regione tra le meglio organizzate e preparate alle emergenze d’Italia . Nessun sistema sanitario avanzato può essere predisposto per ricoverare tanti pazienti critici tutti assieme e per di più in regime di isolamento. Venerdì in Lombardia erano 85 i posti letto di rianimazione occupati da malati intubati con diagnosi di Covid-19, una fetta molto importante di quelli disponibili. Va ricordato che gli altri motivi per cui una persona può aver bisogno di un letto in rianimazione non spariscono soltanto perché è arrivato il Coronavirus. Gli operatori sono sottoposti ad un carico di lavoro enorme, in condizioni in cui non è permesso distrarsi se si vuole rimanere sani.

Miriana Meffe

19 anni, diplomata al liceo delle Scienze Umane-Economico Sociale. Attualmente impegnata come volontaria nel servizio civile universale. Amo la natura e la libertà. Mi sono appassionata alla scrittura grazie all’esperienza nella redazione del quotidiano internazionale Un Mondo d’Italiani.

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