Al Jarreau, mito del jazz e del soul pop è morto a Los Angeles.

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Capace di esplorare la voce con tutte le timbriche su ritmi swing, pop e jazz, era un baritono naturale ed è noto per il modo di saltare fra le ottave. Ha vinto sette Grammy Award: l’ultimo nel 2007.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Al Jarreau, colui che aveva portato le più sofisticate tecniche del canto jazz nel mondo della musica soul pop, allunga lalista di celebrità e personaggi noti scomparsi nel 2016. Al Jarreau aveva 76 anni. Di recente aveva annullato il suo tour e aveva annunciato il ritiro dalla scena. Alwyn Lopez Jarreau, è stato l’unico cantante ad aver vinto Grammy Award in tre diverse categorie: jazz, pop, e rhythm & blues. Capace di esplorare con la voce tutte le timbriche su ritmi swing, pop e jazz, era un baritono naturale ed è noto per la sua capacità di evoluzione timbrica e per il modo di saltare fra le ottave. Figlio di un pastore della Chiesa Avventista, ebbe le prime esperienze canore in un coro ecclesiastico di Milwaukee. Durante gli anni del college cantò in un coro dilettantistico chiamato The Indigos e si laureò nel 1962. Le prime vere esperienze professionali sono legate ad un trio capitanato da George Duke; da allora Jarreau decise di intraprendere la carriera di cantante professionista. Nel 1962 si laurea in psicologia all’Università dell’Iowa, successivamente consegue un master in riabilitazione vocale e si trasferisce a San Francisco nel 1964 come consulente per l’integrazione dei disabili  presso la California Division of Rehabilitation. Qui si esibisce allo Half Moon Club con un trio insieme a George Duke. Nel 1965 a Los Angeles si esibisce in piccoli jazz club e nello stesso periodo registra il suo primo album “1965”, per la Bainbridge. Nessuno però lo nota e dovranno passare dieci anni perché venga inciso un secondo album. Nel 1968 si trasferisce a Los Angeles e si associa musicalmente con il chitarrista Julio Martinez, diventando l’attrazione dei night club di Sausalito; con Martinez, in particolare, si esibisce allo The Improv, un locale in cui fa da intermezzo fra gli sketch di comici come John Belushi, Bette Midler, Robert Klein e David Brenner. Nel 1975 durante una esibizione al Bla Bla Cafè di Los Angeles, viene notato dal produttore Ian Samwell, allora talent scout della Warner Bros. Records, e pubblica l’album “We Got By” che in breve tempo riceve positiva accoglienza dalla critica e fa conoscere Jarreau al pubblico tedesco. Riceve in Germania un Grammy come miglior solista internazionale esordiente; poco tempo dopo avrebbe ricevuto un successivo Grammy tedesco per l’album “Glow”, uscito nel 1976.

“We Got By” in realtà era il suo secondo album, perché una decina di anni prima aveva inciso un album che l’etichetta Bainbridge aveva intitolato 1965; l’album fu pubblicato nel 1982, malgrado Jarreau avesse vanamente intentato una causa per impedirne l’uscita. Sulla scia del successo tedesco pubblica il terzo album, “Look to the Rainbow”, un doppio “live” per promuovere il quale intraprende una tournée internazionale e grazie al quale vince il primo Grammy  statunitense come miglior cantante jazz. Nel 1977 incide Take Five, il successo di Dave Brubeck, con testo dello stesso pianista, e lo include nel progetto Look to the Rainbow. Nel 1978 il successo continua con l’uscita dell’album “All Fly Home”, per il quale riceve il secondo Grammy tedesco come miglior cantante jazz. Lavorando con il produttore Jay Graydon, completa l’album “This Time” con cui si apre a pop e al R&B. Nel 1981 pubblica l’album “Breakin’ Away” che contiene il brano “We’re in This Love Together” e che lo porterà a vincere il Grammy come miglior cantante pop e quello come miglior cantante jazz. Riceve un altro Grammy, per questo disco, grazie al brano “Blue Rondo à la Turk”, rivistazione del successo di Dave Brubeck. Nel 1983 arriva l’album “Jarreau”, le cui vendite gli procurano il disco d’oro in soli due mesi. Nel 1984 esce ancora un album di grande successo, “High Crime” l’ultimo prodotto da Graydon, seguito nel 1985 dal live Live in London registrato alla Wembley Arena e L Is for Lover prodotto da Nile Rodgers, che lo avvicina a sonorità della disco music.

Nel 1985 partecipa ad “USA for Africa”, un gruppo di 45 celebrità della musica pop tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando “We Are the World” prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. Jarreau torna in studio e nel 1992 esce il disco Heaven and Earth, prodotto da Narada Michael Walden, con cui vince il Grammy come miglior cantante R&B. Nel 1994 è Marcus Miller a produrre l’album Tenderness, cui partecipano fra  gli altri Steve Gadd, David Sanborn, Joe Sample e Kathleen Battle; il disco ripropone standard come Your Song di Elton John, Mas que nada di Jorge Ben, She’s Leaving Home dei Beatles. Cominciano le “ospitate” e i camei in altri generi artistici: nel 1996 appare nel musical di Broadway Grease e figura in alcuni show televisivi statunitensi, mentre esce la compilation Best of Al Jarreau. Nel 2011 Al Jarreau è ospite nel nuovo album di Eumir Deodato con due brani, Double face e I want you more i due brani e l’intero album sono prodotti dal team Italiano Lino Nicolosi e Pino Nicolosi. Il brano Double Face scritto da Nicolosi, Al Jarreau e Deodato, entra nelle classifiche e playlist di moltissime radio in Europa ed in USA. Il 16 febbraio 2012, nel corso della terza serata del Festival di Sanremo, dedicata all’Italia nel mondo, si esibisce dal vivo cantando il brano “Parla più piano” con i Matia Bazar.Il 17 luglio dello stesso anno riceve a Catanzaro il “Riccio d’Argento” dell’orafo Gerardo Sacco di Fatti di Musica, la ventiseiesima rassegna del Miglior Live d’Autore diretta da Ruggero Pegna, nella categoria “I Miti della Musica”. L’8 febbraio 2017 viene ricoverato in un ospedale di Los Angeles a causa di un grave esaurimento nervoso, che lo costringe a cancellare tutti gli spettacoli previsti, ritirandosi dalle scene. Muore quattro giorni dopo, un mese prima di compiere 77 anni.