Traffico criminale di bambini, piccoli abbandonati dai loro nuovo genitori o venduti. Il marchio infamante del Rapporto del Dipartimento per l’Emigrazione Congolese e le due liste di genitori verificati. L’incontro con il premier Augustin Matata Ponyo e il ministro della Giustizia congolese, Alexis Thambwe Mwamba sembra portare ad una schiarita nei rapporti Italia-Congo.
Criminal trafficking of children, children abandoned by their parents or sold again. The stigma of the Report of the Department of Emigration Congolese and two lists of parents verified. The meeting with the Prime Minister Augustin Matata Ponyo and the Congolese Minister of Justice, Alexis Thambwe Mwamba seems to lead to a clearing in the relationships Italy-Congo.
KINSHASA – Adozioni bloccate dal 2013. E in Italia tante famiglie che attendono di dare una casa, un futuro possibile, tanto amore, ai bambini meno fortunati del continente africano, in questo Paese tormentato dalla guerra, dalla fame, dalle malattie, da lotte fratricide dove la vita umana non vale nulla. Si è parlato proprio di una tale problematica a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, nel corso di un incontro con il premier Augustin Matata Ponyo e il ministro della Giustizia congolese, Alexis Thambwe Mwamba, da parte del presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Gianni Pittella, e del vice presidente della commissione parlamentare a Bruxelles Ue/Africa-Caraibi-Pacifico, Cecile Kyenge,
Nel 2013 il governo della Repubblica Democratica del Congo aveva attuato quanto preannunciato: la sospensione delle adozioni internazionali. Questo mentre 26 coppie italiane erano bloccate nel Paese, da cui sarebbero dovute ripartire con 32 bambini. A spingere le autorità di Kinshasa ad assumere una tale decisione, il Rapporto del Dipartimento per l’Emigrazione congolese, che parlava di un traffico criminale di bambini. Nel rapporto si raccontava di piccoli abbandonati dai loro nuovi genitori o “venduti a omosessuali“. Secondo le statistiche del Dipartimento per l’Emigrazione, tra il 2009 e il 2013, oltre mille bambini congolesi sono stati adottati da famiglie provenienti da 15 diversi Paesi. “Il governo – le parole allora del ministro degli Interni congolese Muyej Mangez – ha deciso di sospendere, non di vietare, le adozioni internazionali di bambini congolesi. Il governo vuole capirci qualcosa, perché intorno al tema delle adozioni ruota tanta criminalità”. In Congo, all’annuncio del blocco, restarono ora 26 coppie italiane e 32 piccoli. Per l’allora ministro Bonino, quelle adozioni erano state approvate, per la legge del Congo quelle coppie erano già legalmente i genitori dei bambini. Ma la sospensione delle adozioni impedì a quei bambini di lasciare il Paese, mentre i visti delle coppi italiane si avviavano alla scadenza.
Ad oggi la crisi congolese è ben lungi dall’avere trovato una via di soluzione. In un dossier riservato è emerso che nelle mani del governo di Kinshasa erano arrivate misteriosamente due liste assai diverse fra loro di italiani che avevano il diritto all’adozione di bambini congolesi. Una prima sembra essere arrivata alla Direzione generale delle Migrazioni del Congo dalle associazioni per l’adozione, una seconda è quella trasmessa ufficialmente dal governo italiano con il timbro della Commissione per le Adozioni, dopo le verifiche di rito operate dal ministero degli Interni sui genitori adottivi. Un vero e proprio giallo, che ha complicato non poco i rapporti con l’Italia. Nel nostro Paese, si sa, i controlli sono minuziosi e le famiglie selezionate sono le migliori che un bambino potrebbe sperare, ma in certi Paesi forse le cose non vanno proprio così. E il governo del Congo non ne vuole sapere di rivedere la propria posizione.
Ma l’incontro di oggi sembra aver portato una schiarita sostanziale nei rapporti Italia-Congo. “Le adozioni in Congo – le dichiarazioni di Pittella e della Kyenge al termine del summit – potrebbero presto ripartire. Il premier Augustin Matata Ponyo e il ministro della Giustizia congolese, Alexis Thambwe Mwamba, ci hanno rassicurato circa la volontà del governo di sbloccare e facilitare il processo di adozioni fermo ormai dal 2013. Buone notizie, insomma, per le tante famiglie in attesa di risposte da parte delle autorità di Kinshasa. Da parte nostra l’impegno a seguire l’evoluzione di una questione così sensibile, facendo tutto il possibile in termini politici e diplomatici perché la volontà del ministro si trasformi in riforme e misure concrete a favore del diritto delle famiglie richiedenti e dei bambini congolesi ad avere una situazione adottiva serena e ideale per la crescita”.
di Mina Cappussi e Sabina Iadarola
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