Unioni civili, a Campobasso non vedono l’ora di celebrare le prime nozze

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Michele Durante presidente del consiglio comunale, spera di celebrare al più presto la prima unione civile al Comune di Campobasso dopo che il Ddl Cirinnà ha ottenuto il sì definitivo alla Camera con la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Prometto di esserti fedele nella buona e nella cattiva sorte…da oggi in poi potremmo sentire questa frase pronunciata non tra una sposa con abito bianco ed uno sposo col frac, ma tra due barbuti o tra due fanciulle bionde. E’ la legge Cirinnà. A partire da Ferragosto le unioni civili saranno finalmente una realtà dopo il parere positivo del Consiglio di Stato al decreto attuativo della norma.“Siamo ancora lontani dal concetto di famiglia uguale per tutti con gli stessi diritti tra i coniugi e verso i figli naturali o adottivi – ha commentato il presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante – ma prendiamo la parte buona di questa legge. Tra quindici giorni tutte le coppie dello stesso sesso che vogliono condividere la propria vita, i propri affetti e i propri beni e che vogliono assistersi reciprocamente – ha spiegato Durante – potranno farlo manifestando il proprio sì davanti al sindaco, un consigliere comunale o un privato, proprio come avviene per i matrimoni civili. Per questo, spero di celebrare quanto prima la prima unione civile al Comune di Campobasso. Nessun Comune, come hanno precisato i magistrati del Consiglio di Stato,  potrà fare obiezione di coscienza: pur di fronte al no del sindaco, le amministrazioni dovranno comunque garantire le unioni civili. Tuttavia – ha concluso il presidente dell’assise di Palazzo San Giorgio – ho già incontrato il presidente della commissione Politiche Sociali, Giovanni Di Giorgio, che aveva già iniziato ad esaminare la legge nei mesi scorsi, il quale ha confermato che a breve si procederà ad analizzare ed approfondire ulteriormente il provvedimento”.

Il nostro Paese diventa il 27° Paese europeo che riconosce legalmente le coppie omosessuali e regolamenta le convivenze al di fuori del matrimonio. Vediamo cosa dice esattamente la legge sulle unioni civili. L’11 maggio 2016 il ddl Cirinnà intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, dopo mesi di discussioni e polemiche, ha ottenuto il sì definitivo alla Camera. La nuova legge introduce l’unione civile tra omosessuali quale specifica formazione sociale e disciplina la convivenza di fatto sia gay che etero.

 

Rispetto al testo originario del disegno di legge Cirinnà, però, nella legge entrata in vigore sono state apportate numerose modifiche e non sono mancate le accuse di anticostituzionalità. Ad esempio è stato stralciato l’articolo 5 sulla “stepchild adoption”, l’adozione del figlio del partner da sempre oggetto di critica dei centristi cattolici e dell’area cattodem del Partito Democratico, ed eliminati numerosi riferimenti al matrimonio come l’obbligo di fedeltà. La nuova legge quindi non prevede la possibilità per uno dei due partner dell’unione civile di adottare il figlio dell’altro, tuttavia all’articolo 3 si specifica che “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti” per cui spetta alla magistratura pronunciarsi caso per caso sul tema delle adozioni per le coppie gay. Nonostante le unioni civili siano state nell’ultimo anno un tema caldo che ha dato vita ad accese discussioni sui media, non tutti hanno ben chiaro cosa cambia con la legge Cirinnà e quali sono le principali novità per le coppie di fatto e gli omosessuali legati da matrimonio civile. L’unione civile tra due persone maggiorenni avverrà di fronte a un ufficiale di Stato e alla presenza di due testimoni e verrà registrata nell’archivio dello stato civile.