Ultima Generazione protesta legittima, il Prefetto di Padova si apre al dialogo e descrive la protesta civile come una legittima forma di dissenso. Oggi chi fa chi fa disobbedienza civile non gode dei benefici legali delle azioni. L’incontro in prefettura è un piccolo grande passo per la democrazia e una maggiore libertà di dissenso. La disobbedienza civile non violenta ha nuovamente mostrato che il conflitto è costruttivo
Ultima Generazione protesta legittima a Padova, dopo due azioni di disturbo in città, un mailbombing di oltre duemila e-mail alla prefettura e l’inizio di uno sciopero della fame, il Prefetto ha incontrato pubblicamente gli attivisti di Ultima Generazione.
Ultima Generazione protesta legittima, le implicazioni della repressione
“Da questo incontro, – dichiara Ismaela, una delle attiviste – ci ha davvero sorpreso il fatto che non c’è stata una parola contraria verso ciò che fa Ultima Generazione. Il Prefetto si è semplicemente limitato a dire che chi fa disobbedienza civile si deve aspettare le conseguenze legali delle azioni e che “si sa che chi fa la rivoluzione non gode dei benefici di quest’ultima”. Sono cose abbastanza ovvie, ma che non dovrebbero essere usate come giustificazione della repressione mirata che lo Stato sta mettendo in atto.”
Un grade traguardo per la democrazia e la libertà di dissenso
“In ogni caso, sono soddisfatta, – prosegue Ismaela – a seguito delle nostre azioni, il Prefetto di Padova ha accettato di aprirsi al dialogo e, soprattutto, ha descritto la disobbedienza civile come una legittima forma di protesta.
Spesso i rappresentanti del governo provano a descriverci come terroristi o criminali, mentre in questo incontro è andata diversamente: lo consideriamo un piccolo grande passo per riprenderci la democrazia e garantire una maggiore libertà di dissenso.”
Disobbedienza non violenta: un conflitto costruttivo
“L’incontro con il Prefetto – continua Ismaela – è un altro esempio di come la disobbedienza civile nonviolenta sia efficace. Abbiamo nuovamente mostrato che il conflitto che portiamo non è distruttivo, ma costruttivo: permette di portare alla luce un’ingiustizia e di affrontarla attraverso il dialogo. Il dr. Messina però non ha voluto ammettere che ci sia repressione né a Padova, né nel resto d’Italia. Com’era prevedibile, visto il suo ruolo istituzionale.”
L’unione fa la forza
“Questa vittoria, seppur importante, non è sufficiente. – conclude l’attivista – È necessario proseguire un passo alla volta e con determinazione. Io, Fede e le altre persone che stanno scendendo in azione, da soli, non potremo fare tanta strada.”
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