Deputato per la prima volta nel 1979. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia. Nel maggio del 1992 in qualità di vicepresidente della Camera sostituisce il presidente Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza del Parlamento convocato in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica: Scalfaro, che prevedeva l’elezione al Quirinale, aveva infatti preferito lasciare lo scranno della presidenza. Rodotà è stato candidato non eletto per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013. È stato votato dal Movimento 5 Stelle, da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico che, alla fine, hanno preferito puntare su altre figure. Alla sesta votazione, il 20 aprile 2013 è stato rieletto il presidente uscente, Giorgio Napolitano con 738 voti, contro i 217 di Rodotà.
Stefano Rodotà, giurista, politico e accademico italiano. E’ scomparso all’età di 84 anni un protagonista della nostra vita pubblica e uno degli ultimi intellettuali di valore. Nato nel 1933 a Cosenza, discende da una famiglia di intellettuali e religiosi. Dopo essere stato iscritto al Partito Radicale rifiuta nel 1976 e nel 1979 la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. È eletto deputato per la prima volta nel 1979. Deputato per la terza volta nel 1987, viene confermato nella commissione Affari Costituzionali e fa parte della prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia e successivamente, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che ricoprirà fino al 1992. Nell’aprile del 1992 torna alla Camera dei deputati tra le file del PDS, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale. Nel maggio del 1992 in qualità di vicepresidente della Camera sostituisce il presidente Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza del Parlamento convocato in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica: Scalfaro, che prevedeva l’elezione al Quirinale, aveva infatti preferito lasciare lo scranno della presidenza. Nel 1994, al termine della legislatura durata solo due anni, Rodotà decide però di non ricandidarsi, preferendo tornare all’insegnamento universitario. Nel 2007 partecipa a una Commissione Ministeriale istituita al fine di dettare una nuova più moderna normativa del Codice Civile in materia di beni pubblici. Questa commissione voluta da Clemente Mastella e presieduta da Stefano Rodotà ha presentato in Senato un disegno di Legge Delega che però non è mai stato discusso. Rodotà è stato candidato non eletto per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013. È stato votato dal Movimento 5 Stelle, da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico che, alla fine, hanno preferito puntare su altre figure. Alla sesta votazione, il 20 aprile 2013 è stato rieletto il presidente uscente, Giorgio Napolitano con 738 voti, contro i 217 di Rodotà.
Il cordoglio delle istituzioni
Presso Montecitorio è stata allestita una camera ardente, che sarà aperta fino a domani, per ricordare un uomo libero che si è speso con la passione civile di un laico. “Ricordo Stefano Rodotà – ha dichiarato Paolo Gentiloni su Twitter – grande giurista, intellettuale di rango, straordinariamente parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà”. “Rodotà – ha scritto invece su Twitter, Pietro Grasso – aveva la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi complessi e la forza per lottare per i diritti di tutti”. “Che brutta notizia – ha dichiarato Enrico Letta – Profonda tristezza per la scomparsa di Stefano Rodotà”. “Ciao Professor Rodotà – la dichiarazione di Susanna Camusso – ci mancherai, ci mancherà la tua attenzione ai diritti”.
di Giuseppe Priolo
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