700euro al mese se apri un’attività in Molise. Arriva il Reddito di Residenza!

Notizie Regioni

Il Molise si sta spopolando. Dal Consiglio Regionale arriva un piano: il Reddito di residenza, che stanzia 700euro al mese per chi apre un’attività nei paesi meno popolati della regione. Ne sono ben 100 quelli che, rischiano di scomparire. Un tentativo per attrarre nuovi residenti e per creare nuova economia.

(UMDI UNMONDODITALIANI) Per evitare che molti borghi molisani scompaiano, è stata approvata una misura di contrasto al fenomeno di emigrazione dal Molise. Si chiama “reddito di residenza attiva” e vuole mettere un freno allo spopolamento nei comuni con meno di duemila abitanti, dove muoiono attività ed esercizi commerciali. I comuni a rischio sono 100 su 136 in Molise, per questo il Consiglio Regionale ha lanciato un bando che sarà pubblico il 16 settembre: prevede il versamento di 700 euro a chi sceglierà di prendere la residenza e aprire un’attività commerciale per almeno cinque anni nelle aree che rischiano di svuotarsi. Il contributo massimo è di 24 mila euro in tre anni. Nel complesso, la cifra stanziata e autorizzata dal Ministero dello Sviluppo economico per la proposta del consigliere Antonio Tedeschi, membro della giunta regionale di centrodestra presieduta da Donato Toma, è di un milione di euro. Trenta giorni di tempo per proporre la propria candidatura. “Questa iniziativa – scrive su Facebook Tedeschi – è nata per porre un freno al triste fenomeno dello spopolamento. E seppur consapevoli che le agevolazioni contenute nell’Avviso Pubblico non rappresentano la panacea di tutti i mali siamo altrettanto convinti che possano costituire un primo passo verso la rivitalizzazione dei nostri piccoli borghi”. Per Tedeschi il reddito di residenza attiva non deve essere inteso come una forma di assistenzialismo, bensì come un tentativo di creare economia sul territorio ed attrarre nuovi residenti, stimolando anche le persone provenienti da fuori regione che hanno voglia di cambiare stile di vita. Inoltre, sottolinea: “che si tratta del primo strumento in favore della rivitalizzazione economica e rigenerazione urbana dei piccoli comuni che, di fatto, non esclude potenziali e future misure a vantaggio di coloro che già popolano, con coraggio, ne siamo consapevoli, di questi centri”.

L’ESEMPIO DI UN PAESE IN VIA D’ESTINZIONE

A Pizzone un paesino di 300 abitanti in provincia di Isernia, ad esempio, mancano alimentari, negozi e farmacia. L’unico esercizio pubblico è il bar che oltre a caffè e cornetto vende pane, latte e poco altro. Niente giovani, niente famiglie. “Ce ne stiamo andando tutti. Non c’è futuro e le uniche attività che sopravvivono sono piccole aziende agricole e di trasporti ereditate dai bisnonni. Il mio sogno è tornare”. A parlare è Anna Laura D’Amico, 27 anni, pizzonese, ora assistente sociale a Milano in un centro pubblico. Spera che la strategia borghi abbia successo per un fatto prima di tutto sentimentale. “Contiamo molto su questo progetto. – sostiene la D’Amico – Il nostro è un territorio che meriterebbe di più. Servono infrastrutture. È un’iniziativa che risponde alle aspirazioni di chi cerca un posto tranquillo dove andare a vivere ed é disposto a lasciare la città. Ci aspettiamo ospiti non solo dal Molise ma anche da altre Regioni”. Le domande verranno vagliate con attenzione e i nuovi arrivati saranno controllati per evitare che il loro trasferimento in Molise sia davvero attivo e non un sistema per sbarcare il lunario. Toma e la giunta parlano di rodaggio. Se il test funziona troveranno altri soldi per salvare gioielli come Fornelli, Bagnoli del Trigno, Pietrabbondante, Castel San Vincenzo, Scapoli